Un anno tedioso, questo 2023, anche dal punto di vista climatico.

Ma tuttavia è un anno che segue le fila di quelli precedenti. Siamo ormai a contatto con un clima che sta stabilizzandosi su una stagionalità assai diversa da quella che i nostri nonni e genitori ricordano.

1 - Non abbiamo più un periodo di freddo che può durare fino ad aprile, per poi concedere maggio / giugno magari freschi, ma clementi nei lavori, nella loro accezione primaverile. Maggio e Giugno spesso si stanno portando dietro le piogge prolungate, magari burrascose, con conseguenti terreni troppo bagnati per settimane. Poi, quando giugno si placa, si salta di 15 gradi alla calura africana di luglio e agosto.

2 - L’estate è estremamente secca e priva di piogge, con i suoi 38 - 42 gradi abbiamo da luglio fino a inizio settembre abbiamo un clima che ci forza ormai nel rimanere dentro e non uscire, per non beccarsi qualche malore per il troppo caldo.

3 - Ci rimangono sostanzialmente settembre - ottobre - novembre e dicembre, che sono mesi intermedi, anche loro in profondo mutamento climatico, ma sicuramente concedono ancora una veste autunnale, con inevitabili pioggerelle, fresco, sole tiepido ecc.

Ecco, il punto 3 è quello che ci serve. Ovviamente parliamo di una media italiana, avremo sicuramente cambiamenti importanti da regione a regione, altitudine, vicinanza o meno alla costa…ma in linea di massima, se vogliamo ragionare di nuovi mesi “sicuri”, che ci permettono di fare lavori e ottenere adeguati risultati in elicicoltura, probabilmente questo ultimo quadrimestre dell’anno è quello che ci dà modo di poter cominciare a strutturare l’attività, senza rischi legati a turbative o “troppe sorprese” climatiche.

Iniziare a costruire l’impianto da fine agosto, con l’insieme di tutti i lavori iniziali e, cosa importante - seminare - magari nei mesi da ottobre a dicembre, offre una finestra temporale assai importante e tranquilla per chi decide di iniziare questa attività.

Significa in pratica:

1 - strutturare l’allevamento, costruirlo, predisporlo nella sua gran parte da agosto a novembre.

2 - seminare prima dell’inverno, magari a ottobre / novembre

3 - non fare nulla, magari, da dicembre a febbraio, metà marzo. Al massimo si manutiene il tutto.

4 - da metà marzo, aprile, approfittare della vegetazione seminata l’anno prima e, pertanto cresciuta di almeno 15 - 20 cm, per immettere i riproduttori (le lumache iniziali), per fine aprile, massimo inizio maggio.

Ecco, queste tempistiche concedono un grande margine di sicurezza, offrendo al futuro elicicoltore i mesi utili affinché le chiocciole immesse in una stagione ancora fresca, quale quella di aprile/maggio, possano adattarsi e iniziare anche i primi accoppiamenti. Non sarà un problema se il caldo di luglio e agosto possa inibire tali accoppiamenti, perchè ci siamo anticipati di due mesi, poi arriverà settembre, ottobre, novembre e magari anche dicembre, che faranno il resto, ma siamo stati preventivi nell’immissione - e questo ci ha sicuramente agevolati.

Ripetiamo: Non è e non può essere una regola universale, non può valere per tutti (c’è chi ha ancora la neve ad aprile), ma per un numero abbastanza vasto di territori italiani dovremmo essere disposti ad abbracciare queste nuove linee temporali e a ragionare, quindi, nell’idea di iniziare questa attività dall’ultimo quadrimestre dell’anno in corso.

Già da alcuni anni seguiamo allevatori con queste tempistiche. I risultati sono stati in linea e pressochè sovrapponibili agli inizi consueti.