importante introduzione
La realtà dell’estrazione
Negli ultimi 5 anni il fattore che più ha preso spazio nella discussione e nell’interesse nei confronti dell’elicicoltura, senza dubbio alcuno è stata l’estrazione della bava, con collegate le relative potenzialità economiche.
Su questa prospettiva si è assistito ad una vera e propria esplosione, troppo spesso scomposta, di pubblicità e di comunicazione su mirabolanti redditi per gli operatori, attratti da conti economici fortemente positivi e illusori.
La situazione ha creato la base per la vendita e la promozione - a costi molto elevati - di macchinari più o meno validi, di investimenti consistenti anche per la creazione di locali sanitari certificabili. Ha sviluppato una incredibile e falsa persuasione collettiva sulla possibilità di guadagni facili, veloci e molto elevati.
Questo quadro ha però prodotto anche forti delusioni e danni economici a tanti operatori inconsapevoli, specie quelli lontani dal mondo dell’agricoltura e dell’allevamento.
Il principale problema che ha portato anche al fallimento di tante iniziative, è l’aver attivato macchinari di estrazione del siero senza la disponibilità di adeguate quantità di molluschi prodotti in impianti elicicoli di entità territoriale adeguata agli investimenti.
Di conseguenza, in piena onestà e verità, questi sono i punti fondamentali per chi desidera affrontare l’estrazione della bava:
a) per estrarre la bava purissima, prima cosa da avere a disposizione sono le lumache, in numero abbondante, prodotte nel proprio allevamento. Non è pensabile, perché assolutamente antieconomico, acquistare i molluschi per estrarre il siero; inoltre la normativa sanitaria (Ministero della Salute, 11/11/2017 n.0046863), chiarisce che è possibile estrarre e vendere bava soltanto per gli elicicoltori iscritti all’anagrafe digitale nazionale e non per i commercianti di lumache.
L’estensione dell’allevamento deve permettere di produrre e avere a disposizione un numero di soggetti adulti, da raccogliere e sottoporre al trattamento non inferiore a 500.000 per anno, con una estensione totale di produzione non inferiore all’ettaro di terreno. Infatti non tutti i soggetti presenti nei recinti sono in realtà sbavabili, perché non ancora maturi o con conchiglia resistente alle varie manipolazioni necessarie
b) gli elicicoltori che hanno intenzione di ottenere un secondo reddito dall’elicicoltore naturale con l’estrazione della bava, hanno a disposizione due soluzioni tecniche ed economiche:
1) effettuare lo sbavamento presso aziende che danno questo servizio in conto terzi, cioè noleggiano le lumache e, con macchinari adatti, sbavano per conto degli elicicoltori, riconsegnando i molluschi senza danni e pagando un tot per ogni kg. consegnato. Possono ritirare anche dall’elicicoltore la bava estratta insieme alle lumache, ricevendo in cambio il pagamento del servizio effettuato
2) attrezzarsi direttamente per l’estrazione indiretta, acquistando un macchinario a costi accettabili e attrezzando i locali secondo le norme igieniche richieste. Questa struttura di estrazione deve essere adeguata ai numeri di molluschi disponibili per ogni stagione nell’allevamento, deve produrre bava microfiltrata certificabile e vendibile, deve avere un costo in stretto rapporto di ammortamento economico con le reali potenzialità aziendali e, soprattutto, con l’effettiva e concreta possibilità biologica dei molluschi nel produrre il secreto.
Si legge troppo spesso che da un mollusco di 10-12 grammi si ottengono fino a 5 sbavamenti (cioè 5 volte raccolti e 5 volte rimessi nella vegetazione dell’allevamento) e si ottengono 6-7 grammi di bava! Povere lumache…che cosa rimane di questa povera bestiolina se le portiamo via oltre il 60% del peso totale, quando solo il guscio che la contiene (fosfato tricalcico, quindi materiale inerte) pesa per ogni soggetto maturo non meno di 4 grammi.
Tutte queste indicazioni pubblicate sui siti, con promesse anche nei meeting, paiono nascondere qualche inghippo e mancano di una reale e verificabile consistenza di cifre, produzioni e redditività. Troppo spesso questi business plan tanto diffusi, sembrano più delle promozioni per contratti di vendita di macchinari, consulenze, liquidi sbavanti e altre situazioni collegate:
E’ possibile ottenere risultati con la bava in elicicoltura quindi con produzione e vendita anche di questo secreto: ma nella consapevolezza e nella conoscenza degli effettivi redditi ottenibili. Fondamentale ridurre in sostanza gli investimenti finanziari per questo segmento operativo che solo in teoria possono sembrare velocemente ammortizzabili.
Il Centro Elicicoltura Coclè e Confederazione Italiana Elicicoltori, nelle due sedi operative, hanno istituito un apposito servizio di informazione e formazione sui temi dell’estrazione ed utilizzazione della bava nella cosmetica e nella pratica medicale.
L’organizzazione, in base anche all’esperienza vissuta negli ultimi anni, con la collaborazione di tecnici e specialisti, è in avanzata fase di sperimentazione e realizzazione di un nuovo e innovativo macchinario atto alla raccolta della preziosa bava, con metodi naturali e non invasivi al fine di mantenere intatte e integre le qualità benefiche del siero (peptidi, proteine, vitamine, collagene, allantoina).
Quindi una macchina non sofisticata ed eccessivamente tecnologica, tuttavia in grado di produrre bava di alta qualità. Occorre tenere presente che il numero degli sbavamenti è limitato per ogni popolazione di molluschi e non è quindi un’attività continuativa o industrializzabile.
Lo scopo di questa sperimentazione in particolare è quello di poter contenere i prezzi e i costi per una attrezzatura utile, distribuibile agli elicicoltori professionisti senza chiedere loro investimenti come avviene attualmente con i macchinari proposti sul mercato.
E’ indispensabile correggere la grave confusione del momento sia sul prezzo del siero prodotto, sia sulla concreta redditività dell’operazione, sia sulle caratteristiche fondamentali del prodotto estratto.
Passare quindi dalla pura pubblicità e promozione dell’estrazione della bava a possibilità concreta di far crescere il reddito in elicicoltura.
Viste le grandi potenzialità che la bava presenta in campo medico e cosmetico, considerato lo stretto collegamento con l’allevamento e la produzione in campo e anche tenendo conto della circolare del Ministero della Sanità (23.06.2016) a riguardo la classificazione del siero, la nostra organizzazione “a favore degli elicicoltori”, ha organizzato e definito per tutti gli operatori associati e certificati un importantissimo servizio “di conto terzi” con 18 prodotti di benessere e di salute a base di bava di Helix, a marchio aziendale dell’elicicoltore stesso.
Attraverso infatti l’emissione di documenti di trasporto di lumache di allevamento alle nostre sedi in “conto sbavamento” e il conferimento da parte di CIE dei molluschi a centri autorizzati di estrazione, si otterranno lotti di bava certificati.
Gli stessi potranno essere utilizzati dalle aziende con noi associate per la produzione di creme, sieri per viso, mani e corpo, di prodotti da toeletta, di sciroppi (integratori alimentari), di maschere per il viso, di creme solari, di scrub, ecc. ad alta concentrazione di bava purissima di Helix Aspersa e ogni elicicoltore avrà a disposizione un’intera linea di referenze a proprio marchio, che potrà essere venduta al pubblico e agli utilizzatori, ognuno seguendo le proprie strade e organizzazioni commerciali.
Con investimenti molto esigui (etichette, marchi) tutti gli allevatori, attraverso questo seguitissimo servizio offerto dalla CIE e, senza necessità di grossi acquisti con capitali immobilizzati, tutti entreranno semplicemente senza esborsi e seguendo quelle che sono le leggi vigenti, nel nuovo e interessante mondo della bava.
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